L’archivio della Pia casa degli orfani in Santa Maria in Aquiro è costituito da 1076 unità tra semplici e complesse e copre un periodo ampiamente antecedente e susseguente a quello dell’esistenza dell’Istituto – 1540-1872 – in quanto conserva documentazione pervenuta alla Pia casa attraverso lasciti testamentari che parte dal 1320 e che prosegue fino al 1893: gli archivisti della nuova opera pia postunitaria – gli Ospizi di Santa Maria in Aquiro, amministrazione pubblica costituita nel disposto della legge italiana sulle opere pie del 1862 – infatti, non organizzarono immediatamente una nuova sistemazione delle carte, ma continuarono ad incrementare la sezione Tomi, posta nella prima parte dell’inventario, fino alle soglie del Novecento in maniera inscindibile dal tale nucleo.
L’archivio si caratterizza come un complesso di fondi prodotti da soggetti diversi in quanto contiene documentazione proveniente dalla Pia casa degli orfani e monastero dei Santi Quattro Coronati con amministrazione unica, e le carte del Collegio Salviati, gestito dalla stessa Arciconfraternita degli orfani ma amministrativamente e patrimonialmente autonomo e pertanto qui considerato come soggetto produttore proprio; comprende inoltre documentazione di diversi benefattori dell’Istituto, come pure di soggetti ad essi collegati, documentazione pervenuta per via ereditaria con una consistenza variabile dalle poche carte residuali a veri e propri fondi archivistici.
Queste carte in prevalenza sono ormai parte integrante del corpus documentario della Pia casa, fusione frutto del lavoro di riordinamento compiuto da Francesco Maria Magni alla metà del Settecento; i fondi dei diversi benefattori pervenuti dopo questa data invece hanno seguito la sorte della sedimentazione di tutto il complesso archivistico coevo del quale si darà successivamente conto.
La struttura dell’archivio della Pia casa degli orfani rispetta perciò l’organizzazione consolidata data alle carte nei secoli passati ed è quindi formato da due sezioni:
I – La prima, cosiddetta dei “Tomi”, è costituita da un’unica serie di volumi e registri frutto del riordinamento fatto nel 1755 da Francesco Maria Magni, archivista dell’Istituto, organizzazione che venne proseguita, per le carte sciolte, dagli archivisti successori del Magni almeno fino alla seconda metà dell’Ottocento: questa sezione pertanto contiene documenti degli anni 1320–1893. Originariamente composta da 1227 unità, ora conserva solo 505 tomi, comprendendo tra essi anche i quattro volumi di strumenti di ricerca – i Rubricelloni, creati dal Magni – e una Rubricella di atti notarili non inserita nella sequenza dei Tomi. I tomi andati dispersi sono stati elencati a parte in apposita appendice. La loro denominazione è stata tratta dai rubricelloni Magni.
II – La seconda parte dell’inventario idealmente comincia dove si è interrotto il lavoro di Magni dal 1756 e si interrompe, con la necessaria flessibilità archivistica, con la trasformazione giuridica della Pia casa in un nuovo istituto pubblico nel 1872. In realtà essa comprende anche documentazione (libri mastri, filze di giustificazioni e documenti sciolti) ampiamente precedente a quella data, documentazione che per motivi diversi era rimasta esclusa dal riordinamento del Magni o successivamente estratta e mai ricollocata. La seconda sezione pertanto copre gli anni 1529-1891 con 535 unità semplici e complesse.
Segue come fondo autonomo l’archivio del Collegio Salviati, sorto nel 1591, con amministrazione e patrimonio proprio, ma curato sempre dall’Arciconfraternita degli orfani. Comprende gli anni 1591-1847 con 36 unità alle quali, pur provenienti da soggetto produttore diverso, è stato attribuito una numerazione di corda continua con quella della Pia casa in considerazione dell’inscindibile rapporto tra i due istituti.
Le carte posteriori al 1872 prodotte dal nuovo istituto, Commissione amministratrice degli Ospizi di Santa Maria in Aquiro e Santi Quattro Coronati, sono descritte nell’inventario specifico di tale istituto e comprendono anche le carte della gestione amministrativa e patrimoniale dei tre conservatori femminili riuniti nel 1872 – Conservatorio della Divina Provvidenza e San Pasquale Bajlon, Conservatorio Pio e Conservatorio delle Pericolanti.