La formazione del complesso archivistico
Non si ha notizia certa di dove gli archivi delle diverse opere pie fossero conservati dopo la riunificazione del 1872 sotto la Commissione amministratrice. Due documenti sono di grande interesse per avere un quadro della situazione degli archivi a quella data: si tratta delle risposte fornite dalla Commissione amministratrice degli Ospizi di Santa Maria in Aquiro a seguito dell’inchiesta della Soprintendenza degli archivi di Stato romani trasmessa con circolare del 22 settembre 1877[1]. L’inchiesta si svolgeva attraverso un questionario di 6 domande, inviato alla Commissione amministratrice, non si sa se cumulativamente per tutte le opere pie gestite o se con richieste mirate al singolo istituto, di certo sappiamo che venne risposto almeno con due moduli distinti, per l’orfanotrofio e il secondo per il Conservatorio della Divina Provvidenza e San Pasquale Bajlon a firma del presidente della Commissione Pallavicini. Nella loro descrizione, nella quale con grande difficoltà possiamo riconoscere il complesso giunto fino a noi, si può notare una nota di rilievo: la consapevolezza che in particolare nell’archivio degli orfani, vi fossero conservate anche le carte di benefattori di speciale interesse, tra cui con particolare evidenza quelle di Johannes Faber. L’archivio viene descritto topograficamente, per stanza e per armadio, e come relativamente in ordine, soprattutto per le carte contabili recenti, ma non si dà alcuna notizia sulla localizzazione delle carte.
Altra notizia è data dall’ispezione del 1960 della Soprintendenza archivistica svolta da Gabriella Olla Repetto che mostra un archivio, conservato presso la sede dell’Orfanotrofio in piazza Capranica, sicuramente già cumulativo di tutti i fondi. Anche se la sua rilevazione si limitò alle carte dell’istituto principale, la Repetto concluse la sua relazione con la nota: “Gli archivi aggregati delle opere pie, amministrate dalla Commissione dell’orfanotrofio di Santa Maria in Aquiro, si trovano mescolati con l’archivio di quest’ultimo, perché, per l’unicità del fine e della gestione patrimoniale, le varie istituzioni costituiscono in pratica un unico ente”[2].
Fu la presenza nell’archivio della Pia casa degli orfani di 14 tomi di Johannes Faber, uno dei primi Lincei, a determinare la svolta fondamentale per la conservazione di tali archivi.
Nel 1974 infatti questi fondi – ad esclusione dell’archivio Rivaldi le cui carte pervennero successivamente – vennero ceduti in deposito a tempo indeterminato all’Accademia nazionale dei Lincei, con deliberazione della Commissione amministrativa degli Ospizi del 24 novembre 1971.
Lo spostamento era stato patrocinato da Raffaello Morghen, già alunno dell’Orfanotrofio nella sua infanzia dopo la morte del padre. In quegli anni presso l’Accademia era stato promosso un progetto per formare la bio-bibliografia dei fondatori dell’Istituto. Morghen,[3] si interessò particolarmente alle carte di Johannes Faber delle quali conosceva l’esistenza presso l’archivio dell’Orfanotrofio forse per conoscenza diretta, certamente per gli studi di Giuseppe Gabrieli, bibliotecario della Reale Accademia[4]. Con deliberazione della Commissione amministratrice degli Ospizi di Santa Maria in Aquiro ed il consenso della Soprintendenza archivistica, l’Accademia accettò di prendere in deposito a tempo indeterminato l’intero archivio, comprese le carte dei quattro conservatori femminili[5].
Il trasferimento dell’archivio avvenne nel giugno 1974 e le carte vennero depositate in quattro ampie stanze attrezzate all’ultimo piano di palazzo Corsini: al momento ne venne valutata la consistenza in circa 4.000 pezzi con un peso di 150 quintali tra casse e pacchi.. Con il trasferimento furono sicuramente depositate tutte le carte preunitarie, ma, per quanto riguarda l’archivio postunitario degli Ospizi di Santa Maria in Aquiro, venne affidata all’Accademia dei Lincei solo la parte relativa alla contabilità – e anche questa con ampie lacune, ma con carte che arrivano agli anni Cinquanta del Novecento – ed una minima parte delle carte amministrative e dei fascicoli degli alunni e convittori. Mancano completamente le carte relative alla Commissione amministratrice degli Ospizi: quando al momento del presente riordinamento ci si è resi conto della lacuna, nonostante le ricerche effettuate, non si è riusciti a recuperare alcun documento a memoria della storia contemporanea dell’Istituto.
L’interesse di Morghen si concretizzò immediatamente nell’organizzazione dei lavori di riordinamento, in una catena di iniziative che sono giunte fino ai giorni nostri.
Per quanto riguarda l’archivio del conservatorio delle Mendicanti, questo era rimasto abbandonato nei locali dismessi di palazzo Rivaldi dopo la sua soppressione. Gli anni di incuria, aggravati da un lungo periodo di occupazione abusiva dell’edificio, hanno avuto effetti devastanti su tutto il complesso dei beni. In particolare per l’archivio hanno determinato la definitiva perdita di molta documentazione, soprattutto otto-novecentesca. Le carte vennero ritrovate nei primi anni Novanta dalla Fondazione San Raffaele del Monte Tabor, affittuaria del palazzo per il quale prevedeva una radicale ristrutturazione ad uso di residence per religiosi. La Fondazione stessa provvide a recuperare la documentazione, pulirla e a fornire un condizionamento conservativo, ma non ad informare del fatto la Soprintendenza. Fu solo grazie alla segnalazione dell’architetto Bruno Contardi che venne alla luce l’esistenza dell’archivio custodito senza alcun titolo dalla Fondazione.
La Soprintendenza archivistica per il Lazio nel luglio 1994 intraprese un’azione di rivendica dell’archivio per la sua restituzione al legittimo proprietario, rivendica che poté essere conclusa solo nell’aprile 1999 con la cessione delle carte da parte della Fondazione ed il conseguente deposito presso l’Accademia nazionale dei Lincei per essere riunificate agli altri nuclei documentari.
[1] SAL, Santa Maria in Aquiro, fascicolo 9.8.31
[2] Ibidem
[3] Istituto storico italiano per il medio evo – ISIME, Carteggio Morghen, M. ringrazia Enrico Cerulli, Presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei per la convocazione nella Commissione per la raccolta della bio-bibliografia dei primi Lincei, assicurando la sua partecipazione ai lavori della commissione, Roma, 1973 mar. 21. Morghen fu direttore della segreteria dei Lincei dal 1927 al 1934 e cancelliere dal 1934 al 1959. Cfr. Morghen Raffaello, a cura di Massimo Miglio, Dizionario Biografico degli Italiani – Volume 76 (2012)
[4] GABRIELI G. L’Archivio di S. Maria in Aquiro o degli Orfani in Roma, e le carte di Giovanni Faber Linceo, in Archivio della Società romana di storia patria, LI (1929)
[5] Ibidem, Morghen informa che l’archivio di Santa Maria in Aquiro è stato collocato presso la sede dell’Accademia dei Lincei, e auspica un pronto intervento di riordinamento e inventariazione delle carte, 1974 lug. 12.