L’archivio del Conservatorio di San Pasquale Bajlon (1684-1829, unità 208) riguarda i documenti prodotti nel periodo di esistenza autonoma dell’Istituto, dalla data della suo riconoscimento ufficiale, avvenuto nel 1737, alla fusione con il Conservatorio della Divina Provvidenza, nel 1829. Fanno inoltre parte del fondo anche alcuni atti di epoca precedente in esso confluiti perché relativi a benefattori che lasciarono parte della loro eredità all’Istituto, come nel caso del cardinale Giovanni Antonio Guadagni, fondatore e cardinal protettore del Pio luogo; o perché appartenenti al personale dell’ente, come nel caso di Nicola Ricci, primo direttore del Conservatorio. Tale documentazione è presente sia nell’archivio del Conservatorio, nella serie relativa alla amministrazione delle eredità, sia nei due archivi ad esso aggregati, riguardanti rispettivamente, le carte personali del cardinal Guadagni e quelle di Nicola Ricci.
La documentazione è di carattere essenzialmente contabile-amministrativo riflettente quindi, l’aspetto patrimoniale ed organizzativo della Struttura. L’organicità iniziale delle carte è stata in alcuni casi alterata poiché alcuni atti sono stati accorpati nel tempo secondo una logica funzionale agli interessi contingenti dell’Ente, come nel caso dei documenti relativi all’eredità Guadagni sul cui mazzo di carte sciolte è riportata la dicitura “addì 9 ottobre 1772 separata e rivista” .
Relativamente alle carte prodotte dal Conservatorio, strutturate in dieci serie, si segnalano quelle iniziali: Libri delle congregazioni ed Amministrazione generale. La prima contiene resoconti inerenti la gestione economica e disposizioni di carattere generale per l’amministrazione della Struttura. Presumibilmente formata da tre registri, è purtroppo priva del primo. Fanno parte della seconda serie documenti miscellanei rinvenuti raccolti in mazzi di carte sciolte, non inseriti nel precedente inventario, e tre registri. La documentazione non è riconducibile ad una precisa tipologia di atti, ma mescola carte strettamente giuridiche a memorie, dati sulle zitelle, conti e ricevute, carteggio e note storiche. Un’analoga varietà di atti si ritrova nelle serie ottava e nona, riguardanti rispettivamente, la Gestione delle zitelle e la Gestione degli opifici. Si conservano nella prima: domande di ammissione e relativi elenchi delle ragazze ammesse; relativi sussidi di cui godono le ragazze; nominativi dei benefattori; avvertimenti per le maestre; autorizzazioni per le ammissioni; ordini di nomina delle doti; carte relative alla nomina della dote della Santissima Annunziata; istanze e suppliche dei conservatori e delle ragazze per la gestione dei sussidi dotali. La serie successiva contiene dati inerenti l’attività di lavorazione della seta, svolta dalle ragazze con l’aiuto delle maestre. Vi si trovano atti di rendicontazione dell’attività: entrata e uscita delle lavorazioni; giorni di vacanza e permessi accordati alle alunne; giorni di lavorazione. Tutte le serie in cui sono confluiti i documenti miscellanei contengono dati significativi per la ricostruzione della storia dell’Ente, sebbene molti documenti si conservino in copia e siano spesso privi di data. E’ tra essi infatti che si ritrovano i dati utili per individuare i cambiamenti istituzionali intervenuti nell’Istituto, non altrimenti evidenziabili dalla struttura dell’archivio. La restante documentazione prodotta dal Conservatorio di San Pasquale Bajlon comprende serie più omogenee per tipologia e formato inerenti il patrimonio; la contabilità generale e quella particolare con il Banco di Santo Spirito e col Monte di pietà; le filze delle giustificazioni ed i libri di messe. Rientrano ancora nella tipologia degli atti miscellanei i documenti compresi nella serie Gestione delle eredità. E’ qui che si trovano le carte riguardanti la delicata fase in cui, dopo la nomina del Conservatorio tra gli eredi, o legatari, spetta agli esecutori testamentari rendicontare l’attività di amministrazione del patrimonio del defunto fino all’assegnazione dei beni, o del legato previsto. Oltre alla copia del testamento, riportato per esteso, o per estratto, relativamente alla parte riguardante il Conservatorio, come nel caso dell’eredità di Giovanni Francesco Stoppani, le carte contengono in alcuni casi anche l’inventario dei beni del defunto, note spese, memorie, o ancora, carteggio, come per il legato di Donato Maria Antinori. Fanno parte della serie oltre a quelle già citate, le eredità di Giovanni Antonio Guadagni, Giovanni Sguazza, Nicola Ricci, Tommaso Tabolacci, Luca Antonio Corelli, Nicola Conti ed Urbano Fontia. La documentazione più completa è quella riguardante il Guadagni. Contiene tra l’altro, l’indulto apostolico di concessione al cardinale della facoltà di fare testamento “con schedola privata”; il suo testamento olografo e gli atti relativi alla causa intentata dagli eredi contro il Conservatorio.
I fondi aggregati all’archivio del Conservatorio di San Pasquale Bajlon sono, come già detto, inerenti le carte personali di due dei personaggi più noti legati alla storia dell’ente: il cardinale Giovanni Antonio Guadagni ed il canonico Nicola Ricci, parroco di San Girolamo della Carità e direttore del Conservatorio. Non è chiaro come la documentazione sia confluita in quella dell’Istituto, ma è probabile che vi sia stata trasportata dagli stessi soggetti produttori, per meglio amministrare i loro affari. I documenti riguardano la gestione dei rispettivi patrimoni, riflettenti, nel caso del Guadagni, interessi legati sia all’amministrazione del patrimonio familiare, sia alla sua carriera ecclesiastica, come nel caso dell’Abbazia di Grottaferrata, della quale il Guadagni fu nominato abate commendatario perpetuo, o della Diocesi di Arezzo, della quale fu vescovo fino al 1732. Per il Ricci, si tratta principalmente di atti inerenti la gestione delle rendite di famiglia e del carteggio scambiato a tal fine con parenti ed amici. Per i documenti dell’archivio aggregato Guadagni, la sequenza delle otto serie che ne fanno parte riprende, per quanto possibile, quella del fondo principale. Le carte del Ricci, molto più esigue, formano una serie unica.