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  • Salviati, Antonio Maria
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  • Record EAC-CPF creato sulla base del profilo biografico elaborato da Alexandra Kolega
dc:date
  • 1537-01-21/1602-04-16
dc:language
  • ita
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  • Lincei, Sma, n. 178 (t. 268), n. 494 (t. 1179)
  • de Angelis P., Il Cardinale Antonio Maria Salviati 1536-1602: Benefattore insigne degli ospedali di San Giacomo in Augusta e di San Rocco delle Partorienti. Nel 350 anno della sua morte, Collana di studi storici sull'Ospedale di Santo Spirito in Saxia e sugli ospedali romani, 1952
dc:publisher
  • ISMA
SAN:has_luogoNascita
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  • Imparentato con i Medici da parte della nonna materna Lucrezia, figlia di Lorenzo il Magnifico e sorella di papa Leone X, può vantare anche la protezione della regina di Spagna Maria de' Medici. Le parentele favoriscono una rapida carriera in Curia. Dopo essere stato vescovo di Saint-Papoul in Francia dal 1561, è nominato nunzio apostolico in tale paese. E' creato cardinale da papa Gregorio XIII nel concistoro del 12 dicembre 1583. E' nominato prete cardinale titolare di Santa Maria in Aquiro. L'attività di benefattore del Salviati si indirizza prevalentemente su tre importanti istituti romani: l'Ospedale di san Giacomo degli Incurabili e la Pia casa degli orfani e l'Ospedale di San Rocco a Ripetta. Con atto dell'8 luglio 1591 il cardinal Antonio Maria Salviati, protettore della Pia casa, dona 10.000 scudi aurei per erigere un collegio intitolato a suo nome per avviare agli studi fanciulli orfani che si fossero segnalati per "bona indole", e ne scrive le costituzioni. Il denaro viene affidato ai deputati della Pia casa, Antonio Boccapaduli e Antonio Stefanelli (notaio Tarquinio Caballucci). Con instrumento notarile 13 febbraio 1601 il cardinale conferma di aver donato «totalmente, senza riserve e irrevocabilmente» alla chiesa della Confraternita dell'Arciospedale di San Giacomo e al Collegio Salviati degli Orfani dell'Urbe, diversi beni (per ciascuno di essi viene indicata la data e il notaio che ha rogato l'atto). A seguire il cardinale «ordina e stabilisce che tutti i beni e i diritti donati da lui stesso, enumerati in questo instrumento, nonché tutti gli altri singoli beni che in seguito verranno da lui destinati dalla chiesa alla confraternita e all'arciospedale di S. Giacomo o dal collegio Salviati (…), in alcun modo possano essere venduti, ceduti, dati, donati, pignorati, ipotecati, obbligati, né totalmente né in parte, anche minima, a qualsiasi titolo o diritto, ad alcuna persona, luogo, collegio, università o capitolo; né possano a chiunque altro essere trasferiti o permutati per lungo tempo, dati in enfiteusi, a livello o affittati, anche con il pretesto di qualsiasi utilità o necessità; né possano essere alienati, nascondendo il termine dell'alienazione sotto un qualsiasi pretesto o a causa di urgentissimi bisogni. Rimanendo ferme tutte le apposite proibizioni espresse dal cardinale (…), egli dichiara inoltre e stabilisce che la medesima proibizione all'ipoteca e alle vendita, come precedentemente espresso, sia ovunque e per tutti considerata in essere». Salviati muore nel 1602 "afflitto da febbri maligne"; il testamento è redatto nel palazzo Salviati in Pigna. Lascia agli orfani un legato di sc. 500. Tra i suoi altri legati riemergono il legato per l'erezione di un ospedale per donne separato dagli uomini presso l'Ospedale di San Rocco a Ripetta di cui è protettore, legati per le maggiori istituzioni di assistenza e ai capitoli delle maggiori chiese. Lascia i beni a Francesco Salviati, con primogenitura in linea maschile.
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  • Salviati, Antonio Maria
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