Cardano, Girolama

An Entity of Type SAN:persona
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  • Cardano, Girolama
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  • Record EAC-CPF creato sulla base del profilo biografico elaborato da Alexandra Kolega
dc:date
  • 1595-01-01/1626-12-31
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  • ita
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  • Lincei, Sma, nn. 94-95 (tt. 159-160), n. 363 (t. 535)
  • Cardano G., Il libro della mia vita, Luni ed., 2013
  • Cardano Gerolamo, a cura di Giuliano Gliozzi, Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 19 (1976)
dc:publisher
  • ISMA
SAN:has_luogoNascita
SAN:abstract
  • Girolama è figlia di Fazio Cardano e di Silvia Marinata ed è la pronipote diretta di Girolamo Cardano a sua volta figlio illegittimo di tal Fazio giurista di Cardano vicino Gallarate. Genealogia: Fazio Cardano 1445-1524: Girolamo Cardano Girolamo Cardano (1501-1576): Clara, Giovanni Battista, Aldo; Giovanni Battista (1532-1560): Fazio Fazio (1559- ?): Girolama, Giovanni Battista Giovanni Battista: Fazio Girolamo Cardano ha tre figli Clara, Aldo e Giovanni Battista, giustiziato nel 1560 per l'omicidio della moglie; il figlio di quest'ultimo, Fazio, nato sempre a Milano nel 1559, vive con il nonno dopo il suo trasferimento a Roma e ne erediterà i beni: dopo una serie successiva di testamenti diversi, infatti, Girolamo assegna i suoi beni al nipote Fazio, un patrimonio di circa 8.100 scudi, mentre al secondo nipote assegna solo un legato. Fazio, che sposa Silvia Marinata, avrà due figli: Giovan Battista e Girolama. Fazio, con il titolo di capitano, morirà in Ungheria nella guerra contro i Turchi. A seguito di questa morte tra Girolama e Giovan Battista, erede sia da parte di madre che di padre dei beni di famiglia, scaturirà una lite per l'eredità di Fazio nel 1617 (cfr. t. 535). Silvia infatti muore nel 1617 lasciando i suoi beni al figlio maschio e mobili e gioie a Girolama. Chiede all'Arciconfraternita degli orfani di concedere alla figlia Girolama una cappella nella chiesa di Santa Maria in Aquiro con l'obbligo del versamento di sc. 300 da parte del suo erede e del pagamento di obblighi di messe in suo ricordo. Di Girolama sappiamo per certo che nel 1594 a 13 anni è data in moglie a Troilo Arca di Narni con 1000 sc. di dote, ma che il matrimonio sarà infelicissimo. In archivio infatti sono presenti numerose lettere e memorie che narrano in termini molto espliciti del carattere violento e dissipato di Troilo, dei soprusi subiti da Girolama, con richieste di aiuto, testimonianze di cameriere sui maltrattamenti e la sua passione per il gioco e le donne con cui sta sperperando la dote della moglie [In particolare si veda : Lincei, Sma, n. 37, t. 65, c. 94, memoria in causa sul matrimonio tra Girolama e Troilo e sul comportamento dissoluto del marito.]. Dalla frequentazione di prostitute, che usava portare anche in casa e mantenere a spese della moglie, Troilo contrae la sifilide che trasmette anche alla moglie in una successione di cure, nuovo contagio e recidive. Anche se Troilo ormai convive con una prostituta, da cui ha anche un figlio, in una casetta a Gualdo, Girolama decide di scappare da Narni e rifugiarsi a casa della madre a Roma dove più volte Troilo la raggiunge per chiedere denaro, ricorrendo alla forza e minacciando le due donne di omicidio. Finalmente nel 1616, dopo 24 anni di matrimonio, Girolama chiede e ottiene un precetto contro il marito, discusso in causa in Corte Savella, "de non molestando et offendendo" a seguito del quale Troilo è costretto anche a risarcire la moglie dei beni dotali dissipati. Alla sua morte nel 1624, Troilo lascia i suoi beni a Sebastiano Morconi, del quale non si conosce il rapporto con Troilo e assegna a Montorio, suo figlio naturale, dei beni per gli alimenti. Morconi però ripudia l'eredità e Girolama quindi entra in possesso dei beni del marito e procura di assicurarne un quarto al figliastro. Nel 1624 circa, Girolama prova a risposarsi, tanto che firma una bozza di accordo matrimoniale con un tal Girolamo. Probabilmente il matrimonio non ebbe corso ed infatti non viene citato nel suo testamento alcun marito. Girolama muore nel dicembre 1626, ma del suo testamento l'archivio conserva soltanto minute: istituisce erede universale la Pia casa e chiede di essere sepolta nella cappella già richiesta da sua madre nella chiesa di Santa Maria in Aquiro. Il fratello di Girolama, rivendicandone l'eredità, ruba beni e masserizie nel territorio di Narni; quando il disaccordo sembrava superato e la Pia casa è in procinto di subentrare all'eredità interviene l'inibizione della fabbrica di san Pietro che dispone che i frutti dell'eredità di Girolama si dovessero depositare al Monte di Pietà di Roma a titolo cautelativo. Come sempre, dopo la morte di Girolama, nasce una lite con Fazio, figlio di Giovan Battista, che prosegue la tradizione familiare dei nomi, per l'eredità della zia mettendo anche in gioco i beni del grande avo Girolamo.
SAN:formaAutorizzataProduttore
  • Cardano, Girolama
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